SIGNIFICATO ICONOGRAFICO
L’artista appone firma e data su specifici elementi del quadro, quali il suppedaneo, una pialla o, nel nostro caso, sul tavolo di legno. In forma criptica Lotto dichiara la sua adesione al credo cui simbolicamente gli oggetti rimandano: l’altare (di legno allusione alla Chiesa pauperistica) del sacrificio di Cristo (la bara) vince la morte (il piede del Bambino sul suo coperchio).
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SIGNIFICATO ICONOGRAFICO
Lo scoiattolo, forse per la sua sensibilità a ogni vibrazione o piccolissimo suono, sembra essere in grado di segnalare in anticipo un probabile pericolo manifestando un comportamento agitato e irrequieto. Fonti quali Plinio il Giovane, magistrato e scrittore latino del I secolo d.C., e il domenicano Vincenzo de Beauvais nello Speculum maius (1256-1259) parlano, infatti, di intelligenza e previdenza di questo vispo animale, cui la credenza popolare attribuiva la preveggenza sull’arrivo dei temporali. Nel dipinto, il pericolo anticipato dalla presenza dello scoiattolo è quello relativo al sacrificio di Gesù per la salvezza di tutti gli uomini. Di riflesso, vedendo il piccolo roditore, Gesù si ritrae turbato tra le braccia di Maria, intuendo il proprio destino di morte.
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RUOTA DENTATA E SPEZZATA
La santa è resa riconoscibile dalla presenza della ruota spezzata, simbolo del miracoloso evento che precedette il suo martirio. Caterina fu condannata dal governatore romano d’Egitto e Siria Massimino Daia al martirio con il corpo dilaniato da quattro ruote dentate, ma gli angeli intervennero spezzando lo strumento del supplizio. Fu poi fatta decapitare e il suo corpo venne trasportato sul monte Sinai dagli angeli.
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CAPIGLIATURA e CORONCINA
La chioma dorata è raccolta in una complessa acconciatura: una serie di trecce è coronata da una ghirlanda di pervinche e foglie d’alloro. Un prezioso dettaglio la completa: si tratta di un pendente con un rubino e una perla, bellissimo esempio dell’abilità di Lotto nella resa dei diversi materiali. Dal punto di vista iconografico, le pervinche sono simbolo di amore e fedeltà, quindi un’allusione al suo ruolo di Sponsa Christi, mentre le foglie d’alloro si riferiscono alla corona del martirio. Il gioiello, infine, era simbolo del matrimonio.
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VITA
Caterina, bella ed erudita di nascita nobile, visse ad Alessandria d’Egitto alla fine del III secolo. Fu convertita da un eremita al cristianesimo e ricevette in sogno la visione della Madonna con il Bambino che le infilava l’anello al dito, facendola Sponsa Christi. La devozione per questa Santa si potenziò e diffuse in Europa a partire dal Medioevo ed è testimoniata dalle numerose abbazie, chiese e conventi che le sono dedicati.
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MANI
Le mani di Maria stringono il piccolo Gesù che, turbato, si sta scostando dallo scoiattolo attraverso una torsione. Questo dettaglio trasmette l’agitazione che scuote il gruppo centrale, tema affrontato da altri artisti dell’epoca, tra cui Raffaello. Forte è il senso di protezione, amore e tenerezza che Lotto è riuscito a trasmettere attraverso il gesto con cui la Madonna avvolge e custodisce Gesù Bambino. Inoltre, sia la Vergine che Santa Caterina uniscono il dito medio all’anulare, si tratta di un gesto salvifico che allude alla vittoria di Cristo sulla morte, secondo l’antica tradizione bizantina.
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ABITO
La vaporosa manica rossa della Vergine è un dettaglio che cattura e conquista immediatamente. Le morbide increspature di tessuto sono rese con incredibile precisione e il colore è brillante, vivace, vera e propria cifra stilistica del maestro. L’abito di Maria è tipico del Cinquecento: ciò rappresenta una particolarità per noi spettatori, in quanto non siamo abituati a vedere personaggi sacri in vesti contemporanee. All’epoca, invece, si trattava di un’usanza consolidata e diffusa in ambito artistico.
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VOLTO
Lo stupendo volto della Madonna è molto realistico, tanto da far supporre che si tratti di un ritratto ed è, inoltre, riconoscibile in altre opere del Lotto. Morbidi ricci castani fanno da cornice ad uno specchio di emozioni, intensamente comunicate dall’artista soprattutto attraverso lo sguardo magnetico. Anche nel caso di una figura sacra come quella della Vergine Maria, Lotto non si esime dal caratterizzarla sotto il punto di vista psicologico e questa sua scelta è di fondamentale importanza, perché permette a noi spettatori di sentirla più vicina e di essere ancor più coinvolti dall’opera.
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PERSONAGGIO PRINCIPALE
Maria è figura centrale della composizione insieme a Gesù Bambino. Ella sostiene e abbraccia il Figlio con grande dolcezza, quasi a volerlo consolare per la sua improvvisa irrequietezza. La drammatica messa in scena creata da Lorenzo Lotto determina l’intensità espressiva dei quattro personaggi del quadro. La stessa Madonna guarda interrogativa lo spettatore, quasi a volerlo rendere partecipe della sua preoccupazione.
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VITA
Figura di connessione tra l’Antico e il Nuovo Testamento, Giovanni fu profeta e precursore di Cristo. Figlio di Zaccaria, sacerdote del tempio, e di Elisabetta, cugina di Maria, Giovanni visse penitente nel deserto. La pelle bronzea, la barba e i capelli lunghi e incolti sono tutti riferimenti alla sua vita eremitica, che Lorenzo Lotto amplifica suggerendo una connotazione psicologica stanca e sofferente alla figura. Sulle rive del fiume Giordano Giovanni predicava alle folle un battesimo di pentimento e purificazione per la remissione dei peccati, da cui deriva il nome di Battista. Anche Gesù fu battezzato da Giovanni che in lui riconobbe il Messia quando vide scendere sul suo capo lo Spirito Santo.
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CROCE E CARTIGLIO
Si tratta di due attributi tipici di san Giovanni. La croce è povera e semplice, a testimonianza della vita eremitica del Battista. La sua essenzialità è estremamente veridica. Il cartiglio con l’iscrizione “Ecce Agnus Dei” fa riferimento alle parole pronunciate dal Battista quando vide Gesù sul fiume Giordano e lo battezzò, riconoscendo per primo la sua azione redentrice: “Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie i peccati del mondo” (Giovanni, 1,29).
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DITO
Il gesto dell’indicare è un ulteriore elemento caratteristico dell’iconografia di san Giovanni e fa riferimento al suo ruolo di precursore di Cristo. In questo caso, c’è della lieve ambiguità relativa al soggetto di riferimento: forse la croce con il cartiglio con l’”Ecce Agnus Dei” oppure Gesù Bambino. In ciascuno dei due casi, il Battista si rivolge alla figura di Cristo e la indica per sottolineare ai nostri occhi il suo ruolo, ovvero quello di Salvatore, l’unico in grado di redimere l’umanità dai propri peccati.
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PERSONAGGIO PRINCIPALE
Il volto di Gesù Bambino dimostra l’influenza esercitata sullo stile di Lotto dall’arte nordica, in particolare dal maestro tedesco Dürer, con la cui opera egli ebbe modo di entrare in contatto sia grazie alla vasta circolazione delle sue incisioni, ma soprattutto attraverso l’incontro con i dipinti e i disegni del periodo veneziano. In questo dettaglio, l’affinità è riscontrabile soprattutto nell’effetto di “schiacciamento” conferito alla sua fisionomia. Lo sguardo è espressivo e comunica sgomento, forse dovuto alla drammatica rivelazione sul suo futuro legata allo scoiattolo.
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SIGNIFICATO ICONOGRAFICO
La piccola bara su cui Gesù poggia il suo delicato piedino, assume un significato simbolico così come il cuscino: essa allude al suo doloroso sacrificio futuro. Sublime è l’abilità dimostrata dal Lotto nel differenziare le diverse tipologie di legno della bara e del tavolo, entrambe rese con grande naturalismo.
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CUSCINO
Tutto ciò che circonda il Bambino assume un significato simbolico. In questo caso, il colore bianco del soffice cuscino su cui è seduto Gesù fa riferimento al sudario, quindi al tragico destino a cui egli dovrà andare incontro. Toccante è la maestria e la precisione con cui Lotto descrive la consistenza del cuscino, rendendo possibile una forma di percezione tattile attraverso la sola osservazione.
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